@fotoforfake

Il progetto

Esistono mille modi di dire una bugia.

La ‘fotografia’ questa cosa l’ha sempre saputa.

Al contrario, quelli che l’hanno inventata, erano davvero convinti che avrebbe aggiunto un grande tassello al puzzle del ‘vero’. Ma la fotografia era di ben altra opinione, e la prima vera bugia l’ha raccontata ai propri genitori, come accade a ogni bambino.

Fotografare significa prima di tutto scegliere, ritagliare in un istante una porzione di mondo e portarla, in modo innaturale, all’attenzione di un variabile numero di individui; di conseguenza il risultato di questa selezione, basata su criteri tecnici, compositivi e soprattutto di gusto e inclinazione personale, è ben lontana dal rappresentare una verità oggettiva.

Casomai il riflesso di un punto di vista, che irrimediabilmente, per alcuni, assumerà l’aspetto di una bugia, ma costituirà, per chi ne è l’artefice, il senso più profondo del catturare e produrre immagini.

Identità e menzogna si attraggono e dialogano in alcuni generi fotografici: l’insieme dei caratteri che distingue una persona o una cosa da tutte le altre è un mare profondo che non contempla visioni limpide e tangibili, ma necessita di una radicale contrazione della realtà, che porti alla fabbricazione di immagini ex novo, disegnate prima nella mente e poi assemblate come sculture di oggetti trovati, utilizzando ciò che ci circonda.

L’immagine rivelata è il sottile confine che ci divide da infiniti mondi sommersi.

«Sappiamo che sotto l’immagine rivelata ce n’è un’altra più fedele, e sotto quest’altra un’altra ancora, e di nuovo un’altra sotto quest’ultima, fino alla vera immagine di quella realtà, assoluta, misteriosa che nessuno vedrà mai, o forse fino alla scomposizione di qualsiasi immagine, di qualsiasi realtà» (M.Antonioni, Architetture della visione).

Abbiamo voluto forzare questa “altra faccia della medaglia” della fotografia, indagando, tramite l’opera di autori di stampo differente, alcuni modi, più o meno radicali, di mentire fotograficamente, per raccontare l’essenza di un momento o di un concetto, in cerca di una propria identità incontrovertibile.

L’intento è quello di portare queste ‘bugie’ all’attenzione di tutti, per mezzo di un evento che, scardini, tramite esempi ogni volta diversi, la pretenziosa sacralità del binomio fotografia/verità e si riqualifichi come qualcosa che va a cercare una rappresentazione identitaria delle cose.

Il progetto Foto For Fake, non si limita ad una piattaforma virtuale, dove proporre, analizzare e qualche volta scoprire, il lavoro di quelli che amiamo definire “fakers”, e che andremo progressivamente ad arricchire; ma ha un suo spazio fisico, all’interno dell’Orto Botanico dell’Università di Siena con una prima proposta di mostre.

3 pensieri su “Il progetto

  1. Progetto molto interessante

  2. Pingback: Il progetto FotoForFake « The Omniaficta Theatre On The Net

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